DENTRO LE MURA DI UN MANICOMIO
ita
Non solo fotografia...
Palermo dal 1985-1989
Eravamo un gruppo di lavoro, che faceva volontariato e animazione dentro l'ospedale, si faceva teatro, musica, yoga e tanto altro. Mia madre, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Riccardo Liberati, Filippo la Mantia, Massimo Verdastro, Pippo Zimmardi e Sabina de Pasquale, con altri amici volontari, si partecipava insieme, portando qualcosa di meraviglioso per tutti loro, È stato un miraggio di luce dentro tanto dolore.
Un giorno ho incontrato Domenico Modugno in un ospedale psichiatrico siciliano, il suo volto era sconvolto dal dolore, allora era un parlamentare, del partito radicale, dopo avere constatato le condizioni disumane in cui questi esseri umani erano costretti a vivere, presentò anche delle interrogazioni parlamentari.
Shobha
"Quando qualcuno è folle ed entra in un manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato.
“Dal momento in cui oltrepassa il muro dell'internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale [...]; viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo e insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione. Se la malattia mentale è, alla sua stessa origine, perdita dell'individualità, della libertà, nel manicomio il malato non trova altro che il luogo dove sarà definitivamente perduto, reso oggetto della malattia e del ritmo dell'internamento.
L'assenza di ogni progetto, la perdita del futuro, l'essere costantemente in balia degli altri senza la minima spinta personale, l'aver scandita e organizzata la propria giornata su tempi dettati solo da esigenze organizzative che – proprio in quanto tali – non possono tenere conto del singolo individuo e delle particolari circostanze di ognuno: questo è lo schema istituzionalizzante su cui si articola la vita dell'asilo”.
FRANCO BASAGLIA
Copyright Shobha
All rights reserved
Eng
Not just photography...
Palermo from 1985-1989
We were a working group, which volunteered and worked in the hospital, did theater, music, yoga and much more. My mother, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Riccardo Liberati, Filippo la Mantia, Massimo Verdastro, Pippo Zimmardi and Sabina de Pasquale, with other volunteer friends, participated together, bringing something wonderful for all of them, It was a mirage of light inside so much pain.
One day I met Domenico Modugno in a Sicilian psychiatric hospital, his face was upset by pain, then he was a parliamentarian, of the radical party, after having ascertained the inhuman conditions in which these human beings were forced to live, he also presented parliamentary questions.
Shobha
"When someone is insane and enters an asylum, they stop being insane and turn into sick.
“From the moment he goes beyond the wall of internment, the patient enters a new dimension of emotional void [...]; that is, it is placed in a space which, originally created to render it harmless and at the same time take care of it, appears in practice as a place paradoxically built for the complete annihilation of its individuality, as a place of its total objectification. If mental illness is, at its origin, a loss of individuality, of freedom, in the asylum the patient finds nothing but the place where he will be definitively lost, made the object of illness and the rhythm of internment. The absence of any project, the loss of the future, being constantly at the mercy of others without the slightest personal push, having marked and organized one's day on times dictated only by organizational needs which - precisely as such - do not they can take into account the individual and the particular circumstances of each one: this is the institutionalizing scheme on which the life of kindergarten is articulated. "
FRANCO BASAGLIA
Copyright Shobha
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