MADRE - IL SACRO GREMBO DELLA CREAZIONE
ita
Adagiata sotto un grande ulivo secolare, ho la sensazione di esserci dentro, la mia pelle profuma di resina e di erba fresca, un luogo ideale per sentirmi parte del tutto. Ricordo quando ancora bambina: la resina la associavo alle lacrime, anche gli alberi soffrono e piangono. Sapevo parlare e relazionarmi con ogni pianta, la natura era il mio mondo, la mia famiglia, la mia innocenza, portavo doni all'albero e alle formiche che associavo all'esercito.
Avevo l'abitudine di andare a trovare un albero di ulivo dal tronco cavo, era un modo di sentirmi al sicuro, protetta e creativa, sentivo che ogni parte di me era in ascolto, mentre il mio Dio si manifestava in ogni aspetto della natura, la mia fantasia di bimba era la mia vera realtà, giocare e dialogare con la natura mi rendeva gioiosa, totalmente a mio agio, in armonia.
Ho avuto la fortuna di vivere una gravidanza da giovane, ricordo una forte sensazione di pienezza, di abbondanza e di espansione, una grande iniziazione.
Sentivo che la parola madre aveva una responsabilità intrinseca, il generare. Il mio corpo cambiava ritmo, lo stesso ritmo lo ritrovavo in natura, nelle stagioni, nelle fasi lunari, nelle maree, nel cosmo. Vivevo la maternità e mi aprivo a qualcosa di infinitamente grande e profondo che non potevo ne cambiare o accelerare, ma solo rispettare.
Spesso mi ritrovavo a cantare alla mia pancia, al futuro nascituro, alcune nenie sacre, accompagnandomi dal suono della tampura, strumento fatto con una grossa zucca, dai suoni ipnotici e meditativi, assomigliava alla mia pancia.
Chiudevo gli occhi e naturalmente entravo in spazi di profonda quiete e appagamento, dentro il buio della notte sotto le stelle e quando la luna piena si rifletteva nell'acqua del mare, bastava entrarci dentro per sentirmi felice, avevo la sensazione che stavo dando luce a me stessa e al bimbo.
Con l'aiuto di tutto il cosmo senza alcun affanno, senza alcuna lotta, con naturale armonia ed equilibrio la donna porta in grembo un figlio che per rituale dovrà offrire alla madre terra, donando a tutti gli elementi i suoi migliori pensieri e azioni in un rituale, la cui grande bellezza è nel sentirsi naturale: Il viaggio della maternità, è un processo che parte dall'individualità, ma pian piano il focus si espande per raggiungere l'universo.
Ogni grande poeta sa che quando una poesia cerca di venire alla luce, nel suo animo si sente femminile, come se avesse un utero in cui la poesia sta crescendo e prendendo forma, ecco anche la donna in gravidanza da luce a se stessa prendendo una nuova forma per diventare Madre.
Shobha
Un grande ringraziamento a Marzia Floridia la nostra amata ostetrica e' a tutte le donne in gravidanza che hanno posato per me <3
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eng
MOTHER - THE SACRED WOMB OF SPACE
Lying under a large centuries-old olive tree, I have a feeling of being inside it, my skin smells of resin and fresh grass, an ideal place to feel part of everything. I remember when I was still a child: I associated resin with tears, even trees suffer and cry. I knew how to speak and relate to every plant, nature was my world, my family, my innocence, I brought gifts to the tree and the ants that I associated with the army.
I used to go and find an olive tree with a hollow trunk, it was a way of feeling safe, protected and creative, I felt that every part of me was listening, while my God manifested himself in every aspect of nature, my childhood fantasy was my true reality, playing and communicating with nature made me joyful, totally at ease, in harmony.
I was lucky enough to experience a pregnancy when I was young, I remember a strong feeling of fullness, abundance and expansion, a great initiation.
I felt that the word mother had an intrinsic responsibility, to generate. My body changed its rhythm, I found the same rhythm in nature, in the seasons, in the phases of the moon, in the tides, in the cosmos. I was experiencing motherhood and opening myself up to something infinitely large and profound that I could neither change nor accelerate, but only respect.
I often found myself singing to my belly, to the future unborn child, some sacred dirges, accompanied by the sound of the tampura, an instrument made with a large pumpkin, with hypnotic and meditative sounds, it resembled my belly.
I closed my eyes and naturally I entered in spaces of profound quiet and contentment, in the darkness of the night under the stars and when the full moon was reflected in the sea water, it was enough to enter into it to feel happy, I had the feeling that I was giving light to myself and the baby.
With the help of the entire cosmos, without any worries, without any struggle, with natural harmony and balance, the woman carries a child in her womb who by ritual will have to offer to mother earth, giving all the elements her best thoughts and actions in a ritual, whose great beauty lies in feeling natural: The journey of motherhood is a process that starts from individuality, but slowly the focus expands to reach the universe.
Every great poet knows that when a poem tries to come to light, in his soul he feels feminine, as if he had a womb in which the poem is growing and taking shape, here too the pregnant woman gives light to herself by taking on a new form to become a mother.
Shobha
A big thank you to Marzia Floridia our beloved midwife and to all the pregnant women who posed for me <3
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