SHOBHA

2016 SICILIA - UNO SGUARDO DIVINO UNO SGUARDO IN ASCOLTO - WORKSHOP CON SHOBHA E ENRICO PRADA

date » 12-07-2016 15:50

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MOTHER INDIA SCHOOL
Progetti itineranti

www.motherindiaschool.it
Dal 6 al 10 settembre 2016
TENUTA REGALEALI – SICILIA

IL WORKSHOP SI SVOLGERA’ DURANTE LA VENDEMMIA DELL’AZIENDA TASCA D’ALMERITA

Il vino come trait d’union tra natura e fotografia con Shobha e Enrico Prada, due poeti dell’immagine, che con il loro sguardo rendono l’ordinario, straordinario.
Il workshop nasce dallo speciale legame che unisce Shobha all’Azienda Tasca d’Almerita, legame che trae origine dal comune amore per l’arte e per la natura.
Il workshop è indicato a tutti gli appassionati della vita, della sensualità e della buona fotografia.
Saremo ospiti della Tenuta Regaleali, nella prestigiosa azienda vitivinicola siciliana, Tasca d’Almerita, una grande famiglia che da duecento anni ama questa terra e la cura, la coltiva, la feconda con grande sapienza.


Uno sguardo in ascolto.

“Le nostre fotografie nascono dallo sguardo. E dal corpo. Da tutto il nostro corpo, da tutti i nostri sensi.
In fotografia, guardare è un vero e proprio atto creativo e di scoperta. Un atto che nasce da noi,
dentro di noi. Perché entriamo in relazione con il mondo.
Questa nostra relazione con il mondo, però, è possibile solo se il nostro sguardo è pulito, libero. Libero da abitudini e automatismi che irrigidiscono lo sguardo.
Per questo abbiamo creato una serie di esercizi per ripulire lo sguardo, per togliere le incrostazioni che ne limitano le potenzialità.
Esercizi per espandere lo sguardo. Per guardare e sentire; guardare e annusare; guardare e toccare; guardare e immaginare; guardare e ascoltare …
Ascoltare la terra e il suono del vento tra i filari delle vigne. Ascoltare la voce delle nuvole o del sole e la memoria delle piante. Ascoltare l’acqua o l’energia di un grappolo d’uva. Catturare con lo sguardo in ascolto le loro storie.
Esercizi per ascoltare la Vita e imparare, così, a vedere le storie contenute nei gesti e nei volti degli uomini”.

Enrico Prada

Gli scatti più belli, saranno visibili sul sito dell’Azienda Tasca d’Almerita: www.tascadalmerita.it sul sito di Mother India School: www.motherindiaschool.it
e sul blog di Enrico Prada: https://lavaligiadivangogh.wordpress.com
Ogni partecipante donerà una selezione delle foto più belle del proprio lavoro, all’Azienda Tasca d’Almerita, in cambio della generosa ospitalità e accoglienza, in un luogo unico, di rara bellezza.
(I files, scelti che utilizzerà l’Azienda, rimarranno comunque di proprietà del fotografo).

NEWS WORKSHOP
Durata: 5 giorni /Posti disponibili: 7
1°giorno
8.30 Partenza da Palermo in pulmino privato
11.00 Arrivo alla Tenuta Regaleali.
Primo incontro con Shobha, Enrico Prada e Lorenzo Barbera, direttore Marketing di Tasca d’Almerita, che daranno il benvenuto a tutti i partecipanti, introducendo al gruppo, il progetto della vendemmia.
Visita della Tenuta Regaleali.
Pranzo offerto dall’azienda Tasca d’Almerita.
Primo pomeriggio: Visione degli ultimi lavori di Shobha e Enrico Prada.
Sera: Cena di benvenuto, offerta dall’azienda Tasca D’Almerita.

www.tascadalmerita.it
Tenuta Regaleali - Contrada Regaleali - 90020 Sclafani Bagni (PA
)

Informazioni fasi vendemmia:
Gli orari di raccolta vanno dalle 6:30 alle 11:00/12:00 in funzione delle temperature (più fa caldo, prima si termina la raccolta).
Man mano che l’uva è raccolta, gli operai la versano in carrelli che trasportano l’uva in cantina.
In cantina, dopo i controlli, l’uva viene pigiata e mandata nelle presse.
La pressatura separa il mosto dalle parti solide (bucce e vinaccioli), il mosto viene raffreddato e mandato a “riposare” nei serbatoi.
I partecipanti saranno liberi di fotografare le varie fasi della vendemmia, all’interno dell’azienda.
Shobha e Enrico vi aiuteranno a sviluppare un progetto poetico, anche attraverso esercizi, ritratti e passeggiate fotografiche, raccontando l’invisibile che accade dentro ognuno di noi.
Giornalmente secondo le attività degli operai, decideremo insieme al gruppo gli orari per visionare le foto e i racconti.
In una delle giornate del workshop è possibile organizzare un’escursione a Piazza Armerina.
Il costo dell’escursione non è incluso nella quota d’iscrizione al workshop.
Gli ultimi due giorni del workshop saranno dedicati alla selezione, editing e proiezione collettiva dei lavori.


INFORMAZIONI GENERALI:
Costo del workshop: € 800,00 + €10,00 (quota associativa)
INCLUDE:
- Viaggio in pulmino A/R Palermo - Tenuta Regaleali
- Vitto e alloggio (ospiti dell’azienda Tasca d’Almerita, in suite matrimonali a uso singolo o doppio, in un baglio ottocentesco, sulle pendici delle Madonie).
- Assistenza per la durata totale del workshop
- Servizio Wi-fi
Il costo del workshop NON INCLUDE:
- Viaggio e servizio transfer/aeroporto A/R Palermo
- Escursione a Piazza Armerina

AMMISSIONI:
Per potersi iscrivere al workshop è necessario possedere una reflex digitale e un computer portatile.
- Si consiglia di portare con sé l’occorrente per la fotografia digitale:
- Schede di memorie, lettore di memory card per scaricare le immagini.
- Software Photoshop per visualizzare ed elaborare le foto, hard disk esterno
- Ciabatta elettrica 


Gli interessati dovranno inviare via e-mail un breve curriculum vitae, una selezione di dieci immagini tra le più belle del proprio lavoro. 
Termine ultimo per l’iscrizione al workshop è il 15 agosto 2016.
Il modulo d’iscrizione è scaricabile dal sito www.motherindiaschool.it
Si ringrazia Lorenzo Barbera, direttore marketing dell’Azienda Tasca d’Almerita e tutto lo staff dell’Azienda Tasca D’Almerita, che hanno reso possibile questo evento.

Shobha: www.shobha.it

Per informazioni sul programma e prenotazioni:
Soraya Gullifa: 347.0942890 / 388.1798681
sorayamotherindia@gmail.com
www.motherindiaschool.it



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2016 PALERMO ESERCIZI DI FOTOGRAFIA CONSAPEVOLE - WORKSHOP INDIVIDUALE CON SHOBHA

date » 02-04-2016 19:31

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Esiste un campo di pensiero, dove tutto diventa possibile, chiamato il campo delle infinite possibilità…
Riportare la realtà, tutta la realtà, allo stato di pura immagine.
Per farlo è indispensabile lavorare su se stessi, ovvero deprogrammarsi da ogni falsaimmagine e ruolo preso nella vita reale.

1) Deprogrammarsi
2) Esercizi di meditazione e fotografia consapevole
3) Cambiare la linea di pensiero
4) L’arte di ricrearsi
5) Scoprire il tuo progetto di fotografia

Questo workshop è adatto a chiunque, al di là di ogni differenza, per chi è integrato in questa società e anche per gli outsiders: “Esercizi di fotografia consapevole” è arte, poesia, creazione.

LO SGUARDO CHE CAMBIA LA TUA VISIONE DEL MONDO…

Ora è Il tempo di diventare nessuno… nessun corpo, nessuna cosa, in nessun luogo e in nessun tempo… diventare pura consapevolezza … diventare consapevolezza dell’infinito campo potenziale… investire la vita nell’ignoto… È più mi soffermo lì e più attiro una nuova vita verso di me, diventando un pensiero nell’oscurità dell’infinito ed espandendo la mia attenzione in nessuna cosa, in nessun corpo, in nessun tempo.
 Se osservo, scopro che la mente ritorna nella dimensione conosciuta … concentrandosi su persone, cose o luoghi della solita realtà … sul mio corpo, sulla mia identità, sulle emozioni, sul passato o sul futuro prevedibile.
In quello spazio, divento consapevole che sto osservando la dimensione conosciuta… lascio che la mia coscienza si arrenda e la riporti là … al vuoto delle possibilità, dove divento nessuno… nessun corpo, nessuna cosa nessun tempo… espandendomi nel regno immateriale delle potenzialità quantiche… divento consapevolezza creando nuove possibilità e opportunità nella mia vita…
 RESTANDO NEL PRESENTE… (soffermati per dieci minuti al giorno in questo spazio di coscienza.)

“Deprogrammarsi”
 - Cambia le credenze e le percezioni su te stesso e sulla tua vita.
Vuoi continuare a percepire quel mondo? Cosa vuoi cambiare? Cosa vuoi percepire di te stesso? Della tua vita?
Diventando consapevole che stai raccontando te stesso, il tuo compito sarà di entrare in una nuova dimensione.

Riconoscere Chi Sei ed Essere riconosciuto.
Questo workshop offre una possibilità di dialogo tra l’essere stato e l’essere nel presente, quel presente che permette al fotografo di riprendere in considerazione cose diverse da quelle conosciute. L’utilizzo della fotografia permette di lavorare dando senso al contenuto narrativo grazie al potere espressivo e al linguaggio specifico dotato di un proprio codice che la fotografia possiede e che dobbiamo ritrovare.

ESERCIZI DI FOTOGRAFIA CONSAPEVOLE:
DEPROGRAMMARSI - 1° livello
 (tre giorni)
VULNERABILITÀ – 2° livello (tre giorni)

L'ARTE DI RICREARSI
 
 - 3° livello (tre giorni)

Shobha vi aiuterà e vi seguirà nella realizzazione del vostro progetto fotografico, che sia una storia intima, di street-life o di reportage.
Il primo giorno Shobha visionerà il vostro portfolio approfondendo ogni singola foto, è un momento necessario per riconoscere i propri limiti e il proprio potenziale, portando il vostro sguardo da una vecchia ad una nuova visione.
Il secondo giorno Shobha vi accompagnerà a realizzare il proprio racconto nel luogo da voi indicato o insieme concordato.
Il terzo giorno si lavorerà sulla scelta delle immagini e sulla creazione del nuovo progetto.
Ogni livello dura tre giorni e si consiglia di non farli consecutivi.

INFORMAZIONI GENERALI E COSTI

Il costo del workshop è di € 400,00 + (10,00 euro, quota associativa)
Per chi volesse fare tutti e tre livelli, il costo è di 1.000,00 + (10,00 euro quota associativa)
NON INCLUDE viaggio, alloggio, né vitto e spostamenti.

AMMISSIONI:
Per potersi iscrivere al workshop occorre possedere una macchina fotografica, che sia una reflex digitale o compatta. Si consiglia di portare con sé il proprio computer portatile e l’occorrente per la fotografia digitale
- Schede di memoria
- Lettore di memory card per scaricare le immagini.
- Software Photoshop o Lightroom, per visualizzare ed elaborare le foto
- Hard disk esterno
 e ciabatta elettrica.

Gli interessati dovranno compilare il modulo d’iscrizione, scaricabile dal sito: www.motherindiaschool.it e portare con sé una selezione di massimo dieci stampe di foto singole o di progetti nel formato che preferite.

ALLOGGIO:

Vi consiglieremo le migliori possibilità di alloggio, secondo il vostro budget.

Per informazioni e prenotazioni:
Soraya Gullifa: +39 347.0942890 (attivo dal 7 giugno)
sorayamotherindia@gmail.com
Skype: motherindiaphotography

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2000 QUELL'OCCHIO IRREQUIETO CHE CERCA SEMPRE ALTROVE

date » 04-10-2018 15:47

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- DI ATTILIO BOLZONI
[urlExt=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/02/27/quellocchio-inquieto-che-cerca-sempre-altrove.html]LEGGI L'ARTICOLO[/urlExtQuell'occhio inquieto che cerca sempre altrove
(segue dalla prima pagina) C' è Cuba e c' è la Siria, ci sono gli aristocratici siciliani, c' è tanta India e tanta mafia, e poi il Brasile e il Messico e la Thailandia. Tutto catalogato con cura, tutto ben ordinato come le penne e le agende sul piano del tavolo davanti alla finestra e come la parete colma di libri d' arte. «Cerco da molti anni un ordine interiore, soprattutto nelle cose che faccio tutti i giorni. Credo di averlo trovato. La mia giornata comincia sempre con la meditazione, cinque minuti o un' ora non importa~». Nella stanza da letto brucia l' incenso, il lettone, la grande foto di Osho, il "maestro" conosciuto a Poona e di cui tanto ci parlerà la nostra collega Shobha. È sempre stata bella, fin da ragazzina. Capelli biondi e lunghi, il sorriso luminoso, gli occhi curiosissimi. «E visto che ci conosciamo da molto tempo, ti prego di non scrivere anche tu quella frase che proprio non sopporto quando parlano di me: "Prima si chiamava Angela e adesso si chiama Shobha". Io mi chiamo Shobha e basta, firmo così anche gli assegni». Diciamo allora che Angela è ormai Angela solo negli archivi dell' anagrafe, registrata quarantacinque anni fa al Comune di Palermo. E che invece Shobha è qui ed è vera, qualche volta dura e molte più volte tenera, leale, generosa, amica. Papà è Ignazio Stagnitta, quello del caffè, miscele sudamericane tostate prima nel centro storico e poi pure nella città nuova. La mamma è Letizia Battaglia, fotografa di grande fama anche lei, una "pasionaria", una delle anime dell' altra Palermo. «Da bambina vivevo a Mondello, ero felicissima, quando i miei si sono separati sono andata a Venezia con mamma. Ho due sorelle, una più grande che si chiama Cinzia e l' altra più piccola che si chiama Patrizia». Elementari negli istituti religiosi, prima a Venezia e poi alle Ancelle qui a Palermo. «Ricordo che a scuola mi costringevano a mangiare ogni giorno il bollito, lo nascondevo in tasca, se ne accorgevano e aspettavano lì fino a quando non mandavo giù l' ultimo boccone, adesso non mangio carne da trentacinque anni». Torna in Sicilia, l' adolescenza, studia pianoforte, dipinge, le canzoni di Patty Pravo, i balli, lei che viene eletta miss Yè yè, il primo fidanzatino. «Era gelosissimo, si infuriava appena qualcuno mi guardava per strada. Ma Palermo mi annoiò presto, avevo voglia di libertà, avevo voglia di conoscere tanto». Sua madre è a Milano, scrive per un settimanale. E così anche Shobha va a Milano. Conservatorio, il violoncello, gli amici artisti di Letizia, la baby sitter di sera per guadagnare qualche soldo. Shobha ha 16 anni. «In quel periodo ho conosciuto Mauro Rostagno, e ho conosciuto tutti quei palermitani che stavano a Milano. L' architetto Filippo Panseca, quello che diventerà poi lo scenografo di Craxi, il pittore Nuele Diliberto. Bivaccavano tutti a casa di Francesco Cardella, sì proprio quello della comunità Saman. Era già ricchissimo allora, era anche l' editore di Abc». Editore di Abc e di un' altra dozzina di riviste «a busta chiusa». Una la vendeva con un gadget, una polvere magica, «il pirampepe»: la pubblicità assicurava «erezioni perenni, se spalmata sul glande». Shobha è ospite del futuro "dittatore" di Saman per un anno, in via Solferino. «Un appartamento bellissimo, lui con me era molto protettivo e molto gentile, io ero però una ragazzina e in quella casa non potevo starci bene, quell' ambiente mi era totalmente estraneo, le bellissime modelle che entravano e uscivano, le feste con le torte di marijuana, i lussi sfrenati di Cardella, così me ne sono andata a vivere in una di quelle case di ringhiera fuori porta». È il 1971 e a Milano incontra un ragazzo tedesco che le parla dell' India e di un omino vestito di bianco che vive a Poona. «Cominciai a scrivere a Bagwan Shree Rajneesh. Lui, Osho, mi rispose, diventai arancione praticamente per corrispondenza». Diventa così Ma Gyan Shobha, che significa Madre di saggezza splendente. Ma ha solo 17 anni, non ha passaporto, non può raggiungere subito come lei vorrebbe il suo maestro dall' altra parte del mondo. «Avevo tantissima energia ma senza un metodo dell' energia non te ne fai niente, il metodo è la nostra libertà. Solo conoscendo a fondo la macchina fotografica ci si può esprimere con la fotografia e raggiungere l' armonia e l' equilibrio, ma è ancora presto per parlare di foto in quel periodo della mia vita». Ancora Milano, primi anni Settanta. C' è Esmeralda qualche volta con lei, una delle sue migliori amiche allora come oggi. «Esmeralda era fidanzata con Andalo, poi si lasciarono e lei si sposò con il fratello di Andalo. Andalo me lo sposai io». Andalo Carrega Bertolini, il primo matrimonio. Un paio di anni tranquilli, grandi affinità, poi il ragazzo finisce in galera per un po' di erba fumata alle Eolie d' estate. Carcere duro, libertà provvisoria e poi ancora prigione: intransigenza di quei tempi per un po' di fumo. «La storia con Andalo finì non senza sofferenze, persi anche un bimbo, sono andata a lavorare in Toscana e poi sono tornata a Palermo». Cuoca in un ristorante "alternativo" di piazza Marina, il locale si chiama «Il puledro impennato». È solo una breve stagione. Poi, finalmente, Shobha va in India. L' incontro con Osho, la comune, la meditazione. «Ho lavorato su me stessa, vivevo in una realtà meravigliosa, sveglia alle 4,30 del mattino, esercizi spirituali e danze». Laggiù fa anche arti marziali, impara il karate. «E soprattutto ho imparato a prendermi cura di me fino in fondo». Un piccolo segno di quegli anni è ancora tra il braccio sinistro e la spalla di Shobha, un tatuaggio minuscolo, il simbolo del Tao. «A Poona dentro la comunità non entravano tossici né sballati, sono stati otto anni di sogno ma poi Osho trasferì il suo quartiere generale in Oregon, fui una delle poche italiane a seguirlo, ma la sua segretaria era una spia della Cia. Il maestro fu avvelenato giorno dopo giorno, non parlava più, non ci incontrava più. Alla fine morì». Shobha torna in Sicilia. «Dopo un anno in California a Long Beach e sei mesi in giro per il Messico con un furgone». Nel 1981 è a Palermo, in via Meccio, una traversa di via Mariano Stabile. Il suo appartamento è sotto quello di Letizia. Sono gli anni in cui si apre il romanzo nero siciliano, la guerra di mafia, Letizia che corre di giorno e di notte per fare le foto dei cadaveri che "L' Ora" stampa in prima pagina. «C' erano sua madre e il suo compagno Franco, Franco Zecchin, mi sembrava che facessero un lavoro assurdo, io ero fuori da tutto, dall' Italia, dalle tv, dalla cronaca da almeno dieci anni. Poi un giorno Letizia mi chiese il favore di stare un paio di settimane nel suo studio perché doveva fare un reportage in Europa. Rispondevo alle telefonate dei giornalisti che chiamavano, così ho fatto la mia prima fotografia con una vecchia Nikon di Letizia». Donne in nero, vedove di mafia a piazza Croci. E poi la seconda foto, un incaprettato, uno di quegli uomini legati mani e piedi perché si strangolassero da soli. «Mia madre stava diventando famosa, la chiamavano da Life e da Stern. Io stavo cominciando a correre di qui e di lì per fare quello che aveva fatto lei per tantissimi anni». Sempre "L' Ora" con lo strillone che grida «Morti e feriti. Quanti ni cadiru. Quanti ni muriru», il numero dei cadaveri come titolone e sotto la foto scontornata. «Letizia mi ha insegnato a essere onesta con la fotografia, il resto ce l' ho messo io: con la fatica e con il sentimento». I volti delle pentite di mafia che fanno il giro del mondo, le prime foto sui magazine importanti, i primi guadagni. E poi le stragi, i funerali, la Palermo dei cortei e delle lenzuola. «Non ero più la fotografa figlia di Letizia, ero solo io: ero Shobha. Ma cominciava a starmi stretta anche quella Palermo». Un viaggio negli Stati Uniti per un ritratto di Silvia Baraldini in cella, lo studio di fotografia in via Ruggero Settimo, un altro viaggio a Cuba e anche l' Occidente scopre il viso di Alina Fernandez Castro, la figlia di Fidel. «A Cuba trovammo i figli del Che, Aleida ed Ernesto e Camillo
Attilio Bolzoni

di ATTILIO BOLZONI
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