SRI LANKA - VASSANA 13 ANNI NATA IN UN CIMITERO DI GUERRA
ita
Con un gruppo di suore cattoliche dello SriLanka ci dirigiamo nella zona nord, pur sapendo che c'è in atto la guerra civile tra Tamil e Cingalesi.
Ogni mese queste suore si mettono alla guida del loro furgoncino e quasi sempre riescono ad entrare nelle zone calde della guerra, la loro missione è salvare più bambini in difficoltà, rimasti senza genitori. Spesso ci raccontano che sono i genitori feriti o in gravi difficoltà a chiedere alle suore di portarseli via.
Facendo strada, ci sono molti cimiteri, piccoli e spesso abbandonati, una delle suore ci racconta che, un anno prima avevano salvata una bambina di dieci anni che si era nascosta in un loculo dentro un piccolo cimitero, fortunatamente oggi dopo un anno si trova ancora nel loro orfanotrofio a Colombo, e la bambina si sta piano piano riprendendo.
Ci fermiamo davanti ad un piccolissimo cimitero abbandonato, i kalashnikov ben in vista sulle tombe ci fanno capire che ci troviamo in un piccolo cimitero di guerra.
Guardando bene ci accorgiamo che ci abitano delle donne, una bambina e dei neonati, dopo pochi minuti la bambina di 11 anni ci viene incontro:
“Ho paura, voglio andarmene con le suore, lasciatemi andare via, perdonami mamma”.
La bambina piange implorando noi e la madre.
Sono attimi di tensione, suor Amatha e suor Michelle, che non perdono mai la calma anche nei momenti più difficili, hanno il viso teso e nella voce una saldezza più forte delle urla.
La madre è arrabbiata e non vuole lasciarla andare, ci dice che sua figlia è l’unica fonte di sopravvivenza, la madre la vende per pochi spiccioli ai militari che scendono dal treno. La bambina la implora e in poco tempo la decisione è presa.
IL suo viso è gonfio di emozioni, piange e ride mentre abbraccia il fratellino che la mamma ha partorito nel piccolo cimitero. Le donne che stanno a guardare la incoraggiano ad andare. La madre la pettina, le donne preparano un cartone con le sue poche robe che ci porteremo via.
Le chiediamo il suo nome, si chiama Vassana che vuol dire fortuna… Vassana sale su un'automobile per la prima volta.
La macchina si allontana dal piccolo cimitero, Vassana singhiozzando si gira per guardare dietro chi è rimasta a salutarla, e con la mano saluta.
Passiamo ore in macchina, all'imbrunire Vassana si lascia scivolare tra le braccia di una di noi e si addormenta.
La notte è lunga, la mattina molto presto ci fermiamo per una sosta nella casa delle suore più vicina, Vassana viene lavata da una giovane sorella anche lei una ex vittima di guerra.
L’acqua della doccia è fredda ma le piace, per pudore si lascia addosso una veste bianca, logorata. C’è silenzio intorno mentre l’acqua le scorre sul volto e sul corpo, Vassana piange silenziosamente.
Al Claredon Children's home, vicino Colombo le suore aspettano l’arrivo di Vassana,
stiamo viaggiando da ore, stupita guarda dal finestrino mentre il vento le fa danzare i bellissimi capelli lunghi, stringendo i fiori rossi che suor Amatha le ha regalato di buon auspicio.
All’arrivo ci accolgono una cinquantina di bambine, alcune di queste sono tamil, raccolte in strada o sotto i bombardamenti, altre vagavano per strada nella capitale Colombo, costrette a mendicare o prostituirsi. Vassana si integra facilmente, dopo poco sceglie il suo letto dove dormire e dopo poco troverà la migliore amica, la bambina trovata un anno prima nel piccolo cimitero da suor Amatha.
Suor Amatha dice che il passato piano piano si dimentica...
Dopo la realizzazione di questo reportage, Vassana è stata curata da psicologi e medici, registrata all'anagrafe, con la data di nascita del giorno del ritrovamento.
Noi di Motherindia l'abbiamo adottata e dopo un pò di tempo abbiamo ricevuto letterine e disegni e foto con lei in buona salute e serena.
Oggi Vassana, fa la sarta e canta in un coro.
Shobha
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eng
With a group of Catholic Sisters from SriLanka we head to the north, knowing that there is a civil war between Tamils and Sinhalese.
Each month these nuns drive their van and almost always manage to enter the hot zones of the war, their mission is to save more children in difficulty, left without parents. They often tell us that parents who are injured or in serious difficulties ask the nuns to take them away.
Along the way, there are many cemeteries, small and often abandoned, one of the nuns tells us that, a year earlier they had saved a ten-year-old girl who hid in a niche inside a small cemetery, fortunately today after a year she is still in their orphanage in Colombo, and the child is slowly recovering.
We stop in front of a very small abandoned cemetery, the Kalashnikovs clearly visible on the graves make us understand that we are in a small war cemetery.
Women, a girl and babies live there, after a few minutes the 11-year-old girl comes to meet us: “I'm afraid, I want to go away with the nuns, let me go away, forgive me mom”.
The girl is crying imploring us and her mother.
They are moments of tension, Sister Amatha and Sister Michelle, who never lose their calm even in the most difficult moments, their faces are tense and their voices are stronger than screams.The mother is angry and does not want to let her go, she is the only source of survival, the mother sells her for a few pennies to the soldiers who get off the train. The little girl begs her and in a short time the decision is made.
Her face is swollen with emotion, she cries and laughs as she hugs the little brother that her mother gave birth to in the small cemetery. The women who stand by encourage her to go. The mother combs her,the women prepare a cartoon with her few things that we will take away. We ask her name, her name is Vassana which means luck… Vassana gets into a car for the first time.
The car moves away from the small cemetery, Vassana sobbing turns to look behind whoever is left to greet her, and greets with her hand.
We spend hours in the car, at dusk Vassana slips into the arms of one of us and falls asleep. The night is long, very early in the morning we stop for a break in the nearest nuns' house, Vassana is washed by a young sister who is also a former war victim.
The water in the shower is cold but she likes it, out of modesty she leaves a worn white robe on. There is silence around as the water flows over her face and body, Vassana cries silently.
At the Claredon Children's home, near Colombo, the sisters await the arrival of Vassana,
we have been traveling for hours, amazed she looks out of the window while the wind makes her beautiful long hair dance, clutching the red flowers that Sister Amatha gave her as a good omen.
On arrival we are welcomed by about fifty girls, some of these are Tamils, gathered in the street or under the bombing, others wandered on the street in the capital Colombo, forced to beg or prostitute themselves. Vassana integrates easily, after a while she chooses her bed to sleep in and after a while also her best friend, the little girl found a year earlier in the small cemetery by Sister Amatha.
Sister Amatha says that the past is slowly forgotten ...
After the realization of this reportage, Vassana was treated by psychologists and doctors, registered in the registry office, with the date of birth on the day of the discovery.
We at Motherindia have adopted her and after some time we have received letters and drawings and photos with her in good health and serene.
Today Vassana is a seamstress and sings in a choir.
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Shobha
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